Cammino primitivo – 15° Tappa – Da O Pedrouzo a Santiago de Compostela (20,84 km)

Difficile scrivere di una giornata così densa di emozioni come quella dell’arrivo, in cui la cronaca del viaggio assume un peso quasi irrilevante rispetto al resto.

La partenza

Stamattina sveglia presto. La mia intenzione era quella di partire col buio per cercare di scansare la pioggia.

Con la luce frontale messa, sono uscito dal mio alloggio e, quasi subito, ho incontrato Geronimo (di Alicante) e sua figlia Ana. Ci eravamo rivisti a più riprese e con Geronimo ci siamo abbracciati calorosamente.

Poi ho proseguito entrando in un boschetto con la sola luce frontale e con qualche altro pellegrino.

In cammino …

Uscito dal bosco l’alba mi regala una bella vista.

Le gambe vanno veloci e non ne vogliono sapere di fermarsi. Incontro di nuovo Daniele, ruspante fiorentino, insieme a Marina e Veronica. Per quelle strane alchimie del cammino, in maniera del tutto naturale cominciamo a camminare insieme, ed insieme faremo l’ingresso a Santiago, condividendo le emozioni di questa indimenticabile giornata.

I km continuano a passare veloci (a fine giornata avremo segnato una media di 5 km/h) e raggiungiamo prima l’aeroporto e poi Lavacolla, dove i pellegrini di un tempo si lavavano per entrare puliti a Santiago.

Quindi Monte di Gozo (monte della gioia) da dove i pellegrini vedevano, per la prima volta dopo il lungo viaggio, le guglie della cattedrale.

Monte do Gozo

Da lì è stata una vera e propria corsa per raggiungere Praza do Obradoiro, la nostra meta.

Giunti in piazza, come mi succede sempre, non so per quanti minuti ho pianto, un pianto di liberazione irrefrenabile prima che, passato questo momento di commozione che vedevo anche negli occhi dei miei amici, esplodesse finalmente la gioia per l’arrivo!

L’arrivo …

Siamo andati a ritirare la Compostela, presa a nome di mamma con la credenziale vicaria, e poi sono rimasto, felice ed appagato, in piazza a respirare quel clima di festa.

Compostela

La sera, a messa, abbiamo avuto la possibilità di vedere il Botafumeiro, questo grande incensiere che serviva a coprire l’odore dei pellegrini e che oggi costituisce un momento molto emozionante della messa.

Quindi l’abbraccio al Santo e la visita al sepolcro. Dopo la cena, giro attorno alla cattedrale per vedere l’ombra del pellegrino.

Ombra del pellegrino

Note finali del cammino …

Le emozioni vissute in questo cammino, rimarranno indelebili nella mia mente. Se faccio un salto indietro rivedo i volti, gli sguardi, i panorami che hanno accompagnato i miei passi.

Rispetto agli altri cammini, questa volta ero partito con tanti dubbi, primo fra tutti quello di capire se sarei stato in grado di portare a termine un viaggio che ritenevo fosse oltre i miei limiti.

Ma non sarebbe giusto non ricordare i tanti episodi in cui l’aiuto fra pellegrini diventa fondamentale. Come non ricordare, ad esempio, l’acqua che mi hanno dato Sonia e Griselda con i loro compagni di Valencia quando, lungo la ruta de los hospitales, l’avevo quasi terminata.

O Fabio che, quando ero quasi giunto a Lago, è spuntato come un miraggio con una bottiglia d’acqua.

O Pamela con la quale ci siamo fatti forza per diverse tappe riuscendo a superare varie difficoltà.

O Javier che, lungo la salita di Grandas de Salime, su un asfalto rovente, vedendomi in difficoltà è rimasto con me fino a quando non l’ho rassicurato che ce l’avrei fatta.

Ma le emozioni sono venute da tanti altri episodi. La forza d’animo di Massimo, pellegrino di Logroño, che passo dopo passo macinava chilometri nonostante gli evidenti problemi alle gambe. L’ho incontrato di nuovo di sera a Santiago e ci siamo salutati calorosamente.

O il sorriso smagliante di Mia quando, inaspettatamente, ha visto che avevo trovato il suo braccialetto perso lungo la discesa di Grandas de Salime.

O le risate con Fabio, Pamela ed Emeric nei tanti momenti passati insieme.

O l’abbraccio che ho dato a Daniele dopo aver ritirato la Compostela.

O l’amore che sprigionavano Anii e Maximiliano, lei polacca e lui argentino, camminando insieme.

O la voce soave di Sarai quando, durante la cena comunitaria a Vilar de Cas, ha cantato in israeliano “Ho un posto nel mondo”.

Potrei continuare per ore, snocciolando episodi.

Mi tornano in mente le parole lette in un bar prima di Salas, il terzo giorno di cammino:

“Che il cammino lasci le sue impronte in te, non le tue su di lui”

Le ha lasciate. Le ha lasciate eccome!

Buen camino a todos

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